Oggi incontriamo Claudia Spagnoli, diplomata in violoncello a Verona nel 1999, due anni di perfezionamento all’Accademia orchestrale del Teatro alla Scala di Milano, musicista e attualmente docente di scuola primaria. Nata a Chioggia, da qualche anno, dopo aver girato diverse parti d’Italia, vive in provincia di Parma con la famiglia.
Claudia, come hai scoperto la tua passione per il violoncello?
In realtà non è stato amore a prima vista, ma una passione nata e cresciuta con il tempo e lo studio. Devo ringraziare i miei genitori che, pur non essendo musicisti, hanno deciso di avviarmi allo studio di uno strumento musicale. E sono stata fortunata perché il destino ha voluto che mi avvicinassi ad uno degli strumenti più belli, il violoncello.
Quali sono le principali sfide nell’insegnare ai bambini della scuola primaria e come le superi? Come hai deciso di integrare la passione per il violoncello nella tua professione di insegnante?
La sfida principale per un insegnante ai giorni nostri è, a mio avviso, riuscire a trasmettere la passione per il bello. In un mondo in cui ormai tutto è velocizzato si tende ad avere la necessità di sentirsi appagati e accontentati subito, perdendo a volte il senso delle cose. Dovremmo riuscire invece a fermarci ed emozionarci, davanti ad un bel quadro, un brano musicale, un libro o perché no, anche ad un’operazione matematica o un esperimento scientifico.
In questo lo studio della musica credo mi abbia aiutato molto, sia come predisposizione personale all’ascolto e quindi alla comprensione dei piccoli bambini che ho davanti ogni giorno, sia per la sensibilità e l’attenzione verso il mondo, che spero di riuscire a trasmettere anche a loro.
Come pensi che lo studio del violoncello influenzi lo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini? Quali consigli daresti ai genitori per supportare l’interesse e l’apprendimento musicale dei loro figli a casa?
Ritengo che lo studio della musica, a tutti i livelli, aiuti enormemente lo sviluppo globale di un bambino. I benefici dello studio della musica sono molteplici: coordinazione, senso del ritmo, concentrazione, disciplina, pazienza. A livello emotivo invece può aiutare a far esprimere e direi a volte anche a comprendere le proprie emozioni attraverso l’ascolto o la produzione di un brano musicale. Il consiglio che mi sento di dare è quello di far avvicinare i propri figli alla musica coinvolgendoli prima di tutto nell’ascolto e nella partecipazione a concerti o progetti dedicati ai più piccoli. Ormai in ogni città esistono eventi dedicati ai bambini, proprio per dar modo a loro di conoscere questo mondo meraviglioso. E se anche questo non fosse possibile, l’aiuto degli strumenti digitali ormai ci permette di conoscere e visionare anche in modo virtuale rappresentazioni e concerti.
Hai un metodo particolare per avvicinare i bambini alla musica classica, spesso considerata meno accessibile? Come integri la musica nell’insegnamento delle altre discipline?
I bambini sono spettacolari perché sono ancora capaci di stupirsi, anche in modo per noi inaspettato. Vi racconto un episodio: per Natale stiamo preparando un piccolo spettacolo ispirato alla fiaba dello Schiaccianoci. Ho pensato ad uno spettacolo che potesse integrare varie discipline tra cui, naturalmente, la musica. Quindi presenteremo dei brani natalizi ma anche alcuni brani tratti dal famoso balletto ‘Lo Schiaccianoci’ di Tchaikovskj, utilizzando lo strumentario Orff, il canto e la body-percussion (utilizzo del proprio corpo per accompagnare ritmicamente la musica).
Per far sentire loro la musica del balletto, ho proiettato sulla nostra lavagna digitale un video tratto da uno spettacolo in teatro, con ballerini e ballerine. I bambini sono rimasti così incantati da queste immagini che mi hanno chiesto di poter vedere il video più a lungo rispetto al pezzetto che avevo previsto. Sono rimasta piacevolmente stupita da questo entusiasmo e mi sono resa conto ancora una volta che la base di qualsiasi esperienza parte dall’educazione. Non si può amare o apprezzare qualcosa che non si conosce. Per questo cerco di inserire la musica in qualsiasi disciplina io insegni, un esempio tra tanti: se in storia affrontiamo la scansione delle stagioni nel corso dell’anno, quale occasione migliore per presentarle, se non le ‘Quattro stagioni’ di Vivaldi? E poi magari chiedo loro di disegnare ciò che hanno ‘visto’ chiudendo gli occhi e concentrandosi solo sulla musica.
Qual è stato il momento più gratificante nell’insegnare musica ai bambini?
I momenti gratificanti sono tanti. Senza dubbio quelli simili a quello che raccontavo poco fa, quando riesco a farli appassionare e a coinvolgerli durante le attività in classe. Poi naturalmente i momenti di restituzione del lavoro svolto, durante semplici spettacoli e concerti. Qualche anno fa, prima del Covid, avevo iniziato un bellissimo progetto per suonare il flauto già a partire dalla classe seconda, i due brani che abbiamo realizzato alla fine dell’anno sono stati un successone, apprezzati sia dai bimbi che dal pubblico. Devo dire che è stata una grande soddisfazione per me. Purtroppo, non mi è stato possibile continuare gli anni successivi perché, a causa delle restrizioni, non è stato più possibile utilizzare strumenti a fiato. Ho sempre proposto però in alternativa, in collaborazione con le mie colleghe, spettacoli che avessero un forte impatto musicale. Alla fine dell’anno scolastico scorso, ad esempio, abbiamo messo in scena ‘Il Carnevale degli animali’ di Saint-Saens.
Parlaci di qualche iniziativa che hai realizzato e di cui sei particolarmente fiera e di quali progetti musicali hai in programma in futuro con i tuoi allievi.
A novembre ho avuto la possibilità di accompagnare la lettura animata di una storia con il mio violoncello e con mio figlio Gabriele al clarinetto. Ad ascoltarci un gruppo abbastanza nutrito di bambini che alla fine della lettura e degli applausi sono rimasti immobili e silenziosissimi in attesa perché volevano il bis! È stato molto bello e gratificante.
Inoltre, l’anno scorso ho insegnato musica ad un gruppo di ragazzini delle classi quarte e quinte della mia scuola, un progetto extrascolastico finanziato dalla regione. È stato un percorso faticoso ma che ci ha regalato grandi soddisfazioni. Abbiamo lavorato tanto sul canto, l’intonazione, la capacità di ascolto e di condivisione con canti a canone e ritmici. Abbiamo suonato insieme e pensato e costruito insieme uno spettacolo che abbiamo realizzato alla fine del corso. È stato un lavoro che spaziava dalla musica classica al pop moderno, cantando o accompagnando i brani scelti con gli strumentini, il corpo tramite la body-percussion o i bicchieri (la cosiddetta Cup Song). La cosa di cui vado più fiera? Essere riuscita alla fine a sentire cantare intonati dei ragazzini che all’inizio cantavano senza riuscire a modulare la voce utilizzando le varie note…per me un bellissimo traguardo!
Molto presto partirà anche il secondo corso, con ragazzi nuovi e qualche ragazzo ‘vecchio’, che entusiasta del corso già frequentato vuole ritornare.
Durante l’anno scolastico poi terrò, insieme ad alcune colleghe musiciste, delle lezioni concerto per i bambini di diverse classi. Ritengo sia una bella occasione per loro, soprattutto per quelli che normalmente non ne hanno la possibilità, poter sentire e vedere da vicino e dal vivo alcuni strumenti musicali.
Fortunatamente l’Istituto scolastico in cui lavoro è molto attento alle iniziative artistiche, pochi giorni fa ad esempio ho avuto la fortuna di dirigere, per alcuni canti natalizi, il coro di tutta la scuola primaria formato da più di 600 bambini in occasione dell’Accensione dell’albero di Natale del nostro paese. Una bellissima tradizione che si ripete ormai da 26 anni.
Per ulteriori progetti chissà… l’arte è creatività, e spesso nascono idee e iniziative in maniera estemporanea che cerchiamo sempre di realizzare. Io sono sempre aperta a nuove esperienze, anche grazie alla collaborazione di amici musicisti e colleghi.
Claudia, è stato un vero piacere scoprire il tuo mondo, la tua passione per la musica e il modo in cui la trasmetti ai bambini. La tua esperienza e il tuo entusiasmo sono fonte di ispirazione per molti. Grazie per aver condiviso con noi i tuoi progetti, le tue esperienze e la tua visione dell’educazione musicale. Siamo certi che continuerai a ispirare e a educare le giovani menti con la tua musica e il tuo insegnamento. Ti auguriamo il meglio per i tuoi progetti futuri e speriamo di sentire presto delle tue nuove iniziative. Grazie ancora, Claudia, e un caloroso in bocca al lupo per tutto ciò che farai in futuro!