
San Valentino è alle porte, e con lui arriva la consueta celebrazione dell’amore in tutte le sue forme. Ma in un mondo frenetico dominato dallo spirito del consumo, ci siamo mai fermati davvero a chiederci: cosa significa amare? E soprattutto, chi amiamo e perché?
Alcuni giorni fa, in metropolitana, mi è capitato di osservare un ragazzo che inviava un grande cuore rosso su WhatsApp. Non ho potuto, né voluto, leggere il messaggio che lo accompagnava (senza occhiali sono cieco come una talpa), ma era evidente che quel cuore fosse destinato ad una persona speciale.
Piccola digressione: gli emoji ci stanno riportando agli albori della scrittura. Cinquemila anni fa gli Egizi comunicavano con i geroglifici, e cosa sono gli emoji se non i loro discendenti digitali? Tra cent’anni scriveremo la parola amore semplicemente disegnando un cuore? Forse sì. Ma come rappresenteremo con una faccina o un simbolo tutte le sfumature di questo sentimento?
Ma torniamo alla domanda principale: cosa significa amare?
L’ etimologia della parola può fornirci qualche indizio. Amore deriva dal latino amor, amoris, e ha mantenuto nel tempo il suo significato legato all’affetto, al desiderio e alla passione.
Secondo alcune ipotesi, l’origine più profonda della parola potrebbe derivare:
dal verbo latino amare, che significava provare affetto, voler bene.
da a-mors (senza morte), un’interpretazione più poetica che associa l’amore a qualcosa di eterno.
dalla radice indoeuropea amma- o ama-, un suono affettuoso presente anche in parole come mamma e amico.
L’ amore insomma è la forza che ci sostiene, la spinta vitale che ci lega a una persona o a qualcosa per mezzo di affetto, desiderio o passione. Questi sentimenti possono rivolgersi ai nostri genitori — coloro che ci hanno dato la vita e ci hanno permesso di sperimentare l’amore — oppure al nostro partner, ai figli, o ancora a una disciplina, un’arte, una passione che ci fa sentire vivi.
Un simile amore non avrebbe neppure bisogno di essere festeggiato una volta all’anno: ci nutre e ci accompagna costantemente, e senza di esso non saremmo ciò che siamo. Non saremmo umani. In fondo, l’amore è ciò che definisce la nostra umanità: ci porta a compiere gesti e azioni che mai avremmo immaginato di fare, specialmente verso chi è “altro” da noi, anche se non dobbiamo mai trascurare l’amore verso noi stessi.
Proviamo però a cambiare prospettiva: che cosa significherebbe amare gli altri come li amerebbe Dio?
Come Dio ama il mondo, gli esseri viventi, gli uomini che lo abitano? Se solo potessimo amare come ama Dio, non ci sarebbero più guerre, carestie o attentati; non ci sarebbero morti, malattie, incendi dolosi. Gli assassini si pentirebbero del male commesso, i truffatori restituirebbero il maltolto e nessuno si metterebbe al volante sotto l’effetto di droga o alcol. E la lista purtroppo sarebbe ancora lunga.
Se soltanto riuscissimo ad amare il mondo come lo ama Dio, allora il mondo rimarrebbe così com’è ora, ma noi lo ameremmo per davvero.
Infatti che cos’è l’amore se non quell’atto divino che ciascuno di noi ha la possibilità di compiere quotidianamente?
In questo San Valentino, forse la sfida più grande è proprio questa: riscoprire e vivere un amore autentico, capace di superare le superficialità del consumo e di trasformare la nostra quotidianità in un continuo atto di cura e rispetto reciproco.
Volendo tradurre il significato ultimo di quanto scritto in forma poetica, mi viene in mente il testo di una bellissima canzone di Claudio Chieffo, Ballata dell’amore vero, che recita:

Buon San Valentino a tutti.
2 risposte su “Oltre San Valentino”
Grazie Lorenzo, sottoscrivo tutto! Bello anche il testo della ‘Ballata dell’amore vero’: conoscevo l’autore, ma non questa canzone. Allora domani vivremo la festa di San Valentino con uno spirito diverso, consapevoli di essere parte, ‘ricevente e trasmittente’, di quel progetto d’Amore voluto da Dio per l’umanità intera. Shalom.
L’amore è ciò che ci salva … non posso aggiungere altro. Buon S. Valentino a tutti.